Le sintesi del Catechismo della Chiesa Cattolica

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20 dicembre 1994 
Congregazione per la Dottrina della Fede e Congregazione per il Clero,
Lettera circolare A due anni ai presidenti delle conferenze episcopali circa le “opere di sintesi” del Catechismo della chiesa cattolica.

 


Congregazione per la Dottrina della Fede e Congregazione per il Clero,
Lettera circolare A due anni ai presidenti delle conferenze episcopali circa le “opere di sintesi” del Catechismo della chiesa cattolica, 20 dicembre 1994;
originale dattiloscritto.


Eccellenza reverendissima,
A due anni dalla promulgazione del Catechismo della chiesa cattolica (CCC), siamo lieti di poter costatare l’ampia diffusione che il testo ha in ogni parte del mondo, mentre si vanno moltiplicando le traduzioni che ne permettono un più facile accesso a tutti. Si realizza così quanto auspicato dal S. Padre nella costituzione apostolica Fidei depositum: “Il Catechismo della chiesa cattolica è offerto a ogni uomo che ci domandi ragione della speranza che è in noi (cf. 1Pt 3,15) e che voglia conoscere ciò che la chiesa cattolica crede” (n. 4).
La diffusione del testo del CCC è accompagnata anche da numerosi sussidi: introduzioni, analisi e commenti. In quanto intendono aiutare la comprensione e l’utilizzazione del CCC, tali pubblicazioni possono favorirne un’efficace presenza nella vita delle comunità cristiane e nel loro dialogo con le culture.
La diffusione del testo costituisce inoltre il necessario presupposto perché esso possa essere accolto, attraverso quel paziente lavoro che solo può permettere di procedere all’ulteriore passo auspicato dallo stesso S. Padre: la redazione di quei catechismi locali che, tenendo conto delle diverse situazioni e culture, dovranno avere nel CCC un sicuro punto di riferimento (cf. Fidei depositum, n. 4).
Nel contempo si vanno moltiplicando anche “opere di sintesi” del CCC. Pur ricollegabile a positive istanze di diffusione e conoscenza della fede cristiana, questo fatto non manca però di suscitare interrogativi, sia dottrinali che catechistici, se non altro per gli evidenti limiti connessi a ogni operazione di abbreviazione, tanto più quando essa ha per oggetto un testo che già si pone come “esposizione organica e sintetica dei contenuti essenziali e fondamentali della dottrina cattolica” (CCC 11).
Il problema ha suscitato richieste di chiarimento da parte di presuli dei vari continenti. Volendo prestare un aiuto ai vescovi e alle conferenze episcopali nel trattare tale fenomeno, le Congregazioni per la dottrina della fede e per il clero hanno preparato alcuni orientamenti che si ritiene opportuno siano tenuti presenti nella valutazione e nell’eventuale approvazione di queste “opera di sintesi” (cf. Allegato). Confidiamo che questi orientamenti saranno accolti dall’eccellenza vostra e dai vescovi di codesta conferenza episcopale in spirito di collegiale fraternità e responsabilità ecclesiale.
Profittiamo della circostanza per esprimerle i migliori voti augurali per le prossime festività natalizie e per il nuovo anno, mentre, con il più distinto ossequio, ci confermiamo
dell’eccellenza vostra dev.mi nel Signore


Dal Vaticano, 20 dicembre 1994.


Joseph card. RATZINGER
prefetto della Congregazione per la dottrina della fede
José card. SANCHEZ
prefetto della Congregazione per il clero


 



ALLEGATO. ORIENTAMENTI CIRCA LE “OPERE DI SINTESI” DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA


Premesse
1. Il Catechismo della chiesa cattolica (CCC) costituisce “un’esposizione della fede della chiesa e della dottrina cattolica, attestate o illuminate dalla sacra Scrittura, dalla tradizione apostolica e dal magistero della chiesa”, ed è proposto “come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l’insegnamento della fede”, che va accolto da pastori e fedeli perché serva come testo di riferimento sicuro e autentico per l’insegnamento della dottrina cattolica, e in modo tutto particolare per l’elaborazione dei catechismi locali (Fidei depositum, n. 4). Compito primario dei pastori, e di quanti condividono con loro la “missione di annunziare la fede e di chiamare alla vita evangelica” (ivi, 4), è pertanto quello di proporre il testo del Catechismo nella sua integralità, perché possa pienamente svolgere la sua funzione di punto di riferimento in ordine al retto sviluppo della catechesi, all’elaborazione dei catechismi e alla formazione dei catechisti.
2. Per i vescovi – come pure per quanti, presbiteri e catechisti, ne condividono la responsabilità dell’annuncio e della catechesi – il CCC costituisce uno strumento per l’adempimento del compito loro proprio “di insegnare al popolo di Dio” (CCC 12). Ciò si realizza anzitutto attraverso un’autentica accoglienza e un’impegnativa utilizzazione diretta del CCC. Non si tratta soltanto di promuoverne la pur essenziale diffusione numerica. Ancor più importante appare l’impegno diretto a favorire l’assimilazione dei contenuti, della loro organica connessione, degli orientamenti e delle potenzialità catechistiche che il testo contiene. Il CCC, insieme al Direttorio catechistico generale, che è stato pubblicato dalla Congregazione per il clero e che si sta revisionando, costituisce, insieme agli altri documenti magisteriali dedicati alla catechesi, un punto di riferimento per l’intera catechesi. Si deve prevedere un congruo tempo da dedicare alla debita assimilazione del Catechismo, ai diversi livelli e nelle più varie forme: dagli ambienti di studio teologico e catechetico agli operatori catechistici di base: dallo studio personale agli stages di approfondimento tematico e pastorale.
3. Questa opera di assimilazione del testo in sé costituisce il necessario presupposto anche per il passaggio a una corretta redazione dei catechismi locali che, fondati su di esso, tengano conto delle diverse situazioni e culture, “custodendo con cura l’unità della fede e la fedeltà alla dottrina cattolica” (Fidei depositum, n. 4). L’importanza di giungere alla stesura di catechismi locali è sottolineata dallo stesso CCC, che chiede di trovare anzitutto nei catechisti e poi anche nei catechismi gli “indispensabili adattamenti” (CCC 24) espositivi e metodologici richiesti dalla catechesi. L’elaborazione dì catechismi locali, che abbiano il CCC come “testo di riferimento sicuro e autorevole” (Fidei depositum, n. 4), resta un obiettivo importante per gli episcopati. Ma le prevedibili difficoltà, che si incontreranno in tale impresa, potranno essere superate solo se, mediante un adeguato e magari anche prolungato tempo di assimilazione del CCC, si sarà preparato il terreno teologico, catechistico e linguistico per una reale opera di inculturazione dei contenuti del Catechismo.
4. La conoscenza del CCC, come pure l’elaborazione dei catechismi locali, trovano efficace sostegno nelle opere di presentazione e di commento del testo, che ne hanno accompagnato la pubblicazione e ne seguono ora la diffusione. Da tali opere vanno distinte quelle pubblicazioni che si presentano come sintesi del testo del Catechismo e che si vanno sempre più moltiplicando. Con l’espressione “opere di sintesi” del CCC si intendono per lo più pubblicazioni che compendiano la dottrina esposta nel CCC riassumendo il suo contenuto, cioè abbreviandoli o sintetizzandoli, in particolare estrapolando alcuni passaggi o paragrafi, tratti preferibilmente dagli “en bref” finali. Dietro alla compilazione di queste opere di sintesi, quando non si tratti di pubblicazioni con finalità puramente commerciali, ci sono scopi positivi, come il desiderio di offrire un’immediata identificazione dei contenuti essenziali e fondamentali della fede, così da rispondere alle attese di sicurezza e chiarezza dottrinale, per tutelare od aiutare a riacquisire l’identità cattolica e favorire l’accostamento alla fede di un maggior numero di persone. Ciò non toglie che tali opere possano diventare di fatto un ostacolo alla giusta ricezione del CCC, nel testo e nella mediazione dei catechismi locali, minacciandone l’autorità. Esse, infatti, rischiano anzitutto di introdurre un fraintendimento sulla natura del CCC, il quale si presenta come “un’esposizione organica e sintetica dei contenuti essenziali e fondamentali della dottrina cattolica sia sulla fede che sulla morale, alla luce del concilio Vaticano e dell’insieme della tradizione della chiesa” (CCC 11) ed è quindi un approccio essenziale e sintetico della dottrina cattolica, secondo criteri di organicità, che ne richiedono una lettura completa e unitaria (cf. CCC 18). In secondo luogo, le opere di sintesi del CCC possono erroneamente essere intese come sostitutive dei catechismi locali fino a scoraggiarne di fatto la preparazione, mentre mancano invece di quegli adattamenti alle particolari situazioni dei destinatari che la catechesi richiede.
5. Non si può misconoscere, tuttavia, che, in determinate situazioni, tali opere di sintesi possano svolgere un ruolo di introduzione al CCC, come primo accostamento ai suoi contenuti: è quindi prevedibile che esse non mancheranno di diffondersi ulteriormente. Si rende necessario pertanto offrire alcuni criteri elementari, il cui rispetto appare necessario per l’approvazione di dette opere, onde far sì che esse da una parte siano rispettose dei contenuti, della struttura e della finalità dei CCC, e, dall’altra, non vengano confuse con esso o con i catechismi locali.


LINEE-GUIDA


A) Con riguardo ai contenuti dottrinali, alla struttura e al linguaggio.
1. Ci si preoccupi anzitutto di verificare che, nel processo di abbreviazione e compendio, a cui il testo del CCC viene sottoposto nelle rispettive opere di sintesi, non si introducano in alcun modo errori o ambiguità dottrinali: è necessario, infatti, che tali opere tutelino con grande cura l’integrità delle verità cristiane, anche se queste vengono presentate in una forma maggiormente condensata rispetto al dettato del CCC.
2. Le opere di sintesi del CCC devono rispecchiare la sistematicità e l’organicità che caratterizza il testo del Catechismo, in modo che la presentazione dei contenuti, nel suo insieme, sia equilibrata e proporzionata, sottolinei l’essenziale della fede e sia fedele a Dio e all’uomo.
3. Le opere di sintesi del CCC devono attenersi al principio della “gerarchia delle verità”, così come è espresso (cf. CCC 90 e 234) e attuato nel medesimo CCC: il rispetto di tale principio, che evidenzia i nuclei fondamentali del messaggio cristiano e ne assicura la debita articolazione, permette di essere completi ed essenziali a un tempo.
4. Altri criteri dottrinali, che dovranno essere trasposti dal CCC nelle opere di sintesi sono:
– la quadripartizione del testo in Credo, Sacramenti, Comandamenti e Preghiera;
– la struttura trinitaria;
– la centralità cristologica;
– la trattazione dei sacramenti all’interno del mistero pasquale;
– la presentazione della vita morale come vita nuova nello Spirito.
5. Le opere di sintesi devono assicurare piena rilevanza alle dimensioni biblica, antropologica, liturgica, morale, spirituale, nonché ecumenica e missionaria del CCC.
6. Le opere di sintesi del CCC conservino, per quanto è possibile, il riferimento alla varietà e alla molteplicità delle fonti (bibliche, liturgiche, patristiche, conciliari, ecc.), con la dovuta valorizzazione dell’esplicito dettato dei rispettivi linguaggi.
7. Le opere di sintesi del CCC si sforzino di proporsi come strumento per conseguire un linguaggio di fede unitario nella chiesa, evitando ogni espressione riduttiva e parziale di essa.
8. Le opere di sintesi del CCC abbiano presente il contesto generale della catechesi nella chiesa e rechino nel frontespizio titoli e sottotitoli adeguati, che ne chiariscano la natura sussidiaria ed evitino ogni confusione ed equivoco con il testo vero e proprio del Catechismo e con i catechismi locali.


B) Con riguardo all’azione catechistico-pastorale.
1. L’elaborazione e l’utilizzo di eventuali opere di sintesi del CCC non devono distogliere dall’approccio diretto al testo e neppure impedire una sua profonda assimilazione. Un’opera di sintesi non può precedere ma solo seguire la comprensione dell’opera nella sua totalità.
2. Si abbia chiara e ferma la distinzione tra opere di sintesi del CCC, da una parte, e catechismi locali come anche guide per catechisti, dall’altra.
3. Non sono da approvare opuscoli che riproducano solamente gli “en bref” del CCC, perché, essendo stati questi formulati per aiutare i redattori dei catechismi locali nell’elaborare formule sintetiche e facilmente memorizzabili, il loro insieme non può costituire una sintesi fedele e integra del CCC. Altra cosa è ovviamente la riproduzione degli “en bref”, in prospettiva della memorizzazione, all’interno di sintesi globali del CCC.
4. Si può concedere la pubblicazione di singole parti del testo del CCC in volumi o fascicoli separati, ma ciò solo all’interno di un progetto editoriale che preveda la pubblicazione dell’intero testo, sia pure in fasi successive.
5. Si può concedere la pubblicazione di estratti tematici del CCC, che raccolgono tutti quei passi del testo che interessano un determinato argomento, ma ciò solo a condizione che tali estratti siano inseriti in un contesto che illustri la collocazione del tema nella globalità della fede.


C) Con riguardo alle problematiche giuridiche.
l. Le opere di sintesi del CCC, come ogni testo che attiene a questioni di fede e di morale, devono ottenere la previa approvazione dell’ordinario del luogo e, se edite da religiosi, la licenza del proprio superiore, a norma del diritto.
2. Per la concessione di tale approvazione, attesa la possibilità di una diffusione sopradiocesana dell’opera di sintesi, l’ordinario o il superiore religioso, oltre che attenersi al rispetto delle indicazioni qui sopra formulate, sentirà il parere anche della conferenza episcopale in particolare per l’aspetto di corrispondenza del sussidio con la natura e le finalità del testo del CCC.
3. Qualora fossero state pubblicate opere di sintesi del CCC senza tale approvazione, gli ordinari del luogo hanno il dovere di intervenire con mezzi opportuni, anche disciplinari, per impedirne la diffusione.
4. In tale compito di vigilanza gli ordinari potranno riferirsi alla conferenza episcopale e alla Santa Sede, presso il dicastero e la commissione interdicasteriale competenti.
5. La conferenza episcopale, che abbia ricevuto dalla S. Sede il “copyright” circa il CCC, si premuri di salvaguardarlo, quale strumento in favore dell’integrità e della fedeltà del testo.